Omocisteina alta e udito: quale correlazione?

La salute dell’udito è influenzata da numerosi fattori, come l’età e l’esposizione al rumore, ma un elemento meno noto è il ruolo dell’omocisteina, un aminoacido naturalmente presente nel sangue. Studi recenti indicano che livelli elevati di omocisteina possano compromettere la funzionalità uditiva, specialmente a causa dei suoi effetti sulla circolazione sanguigna.  

Il metabolismo dell’omocisteina è favorito dalle vitamine del complesso B, e quando i livelli di omocisteina diventano eccessivi (una condizione nota come iperomocisteinemia), possono favorire la formazione di placche arteriosclerotiche e aumentare l’adesività delle piastrine. Questi processi possono interferire con la microcircolazione dell’orecchio interno, un sistema particolarmente delicato, rendendo l’omocisteina un fattore di rischio da considerare anche per le problematiche cocleari e vestibolari.

I problemi legati all’udito

I disturbi dell’udito si presentano in molte forme, con differenti origini e livelli di intensità. Con il termine sordità ci si riferisce alla perdita completa della capacità di sentire, mentre per compromissione dell’udito si intende una riduzione parziale, che può essere lieve, moderata, grave o profonda.

L’ipoacusia è la riduzione della capacità uditiva, che può variare in intensità, dal livello lieve fino alla perdita completa dell’udito. La gravità dell’ipoacusia viene classificata in quattro livelli: leggera, moderata, grave e profonda. Un’ipoacusia leggera consente di sentire e ripetere parole a voce normale entro un metro di distanza, mentre una ipoacusia moderata richiede un tono di voce elevato. Un’ipoacusia grave permette di distinguere alcune parole solo se urlate direttamente nell’orecchio, mentre l’ipoacusia profonda impedisce di percepire alcun suono.

 Le ipoacusie si distinguono in due categorie principali, in base alla causa:

  • Ipoacusia di trasmissione: dovuta a malformazioni, traumi o infiammazioni dell’orecchio esterno e medio, come nel caso delle otiti infantili, trattabili con terapie farmacologiche o interventi chirurgici.
  • Ipoacusia neurosensoriale: originata da problemi dell’orecchio interno o del nervo acustico, porta a una riduzione della percezione delle frequenze e a una distorsione dei suoni. Spesso causata da esposizione prolungata al rumore o dall’invecchiamento, è perlopiù irreversibile e richiede trattamenti riabilitativi.

Un tipo particolare di ipoacusia è l’ipoacusia neurosensoriale improvvisa o perdita improvvisa dell’udito (SHL), un disturbo acuto che si manifesta improvvisamente, spesso senza preavviso, un disturbo che secondo alcuni studi può essere correlato a livelli elevati di omocisteina nel sangue1.

Ipoacusia neurosensoriale improvvisa e omocisteina alta: quale correlazione?

L’ipoacusia neurosensoriale improvvisa è una perdita dell’udito che si presenta in modo rapido e senza preavviso, caratterizzata da una riduzione di almeno 30 decibel su tre frequenze consecutive. Questo tipo di ipoacusia può interessare uno o entrambi gli orecchi e manifestarsi nell’arco di pochi minuti o ore2. Alcuni studi scientifici hanno indagato la possibile correlazione tra questo tipo di ipoacusia e livelli elevati di omocisteina nel sangue3. L’omocisteina alta può infatti favorire la formazione di placche4 nelle arterie e aumentare il rischio di problemi di circolazione, influenzando il flusso sanguigno verso la coclea, l’organo responsabile della percezione dei suoni, e compromettendo così la funzione uditiva. Questa condizione, in cui la vascolarizzazione della coclea risulta compromessa, viene definita “ischemia cocleare.” In linea con il ruolo dell’omocisteina come fattore di rischio trombotico, l’ischemia cocleare può portare sia a perdita uditiva improvvisa sia a danni vestibolari.

Inoltre, gli studi hanno evidenziato un legame tra questa forma di ipoacusia e specifiche varianti genetiche del gene MTHFR, che possono contribuire all’aumento dei livelli ematici di omocisteina e alla riduzione di folati, elementi essenziali per il corretto funzionamento del sistema circolatorio e uditivo.

Vitamina B12: un alleato per la salute uditiva

L’equilibrio dei livelli di omocisteina è influenzato dalla presenza di vitamine essenziali, tra cui la vitamina B12. Questa vitamina contribuisce al normale metabolismo dell’omocisteina, riducendo così il rischio che si accumuli nel sangue. Una carenza di vitamina B12, infatti, può portare a un aumento dell’omocisteina e, di conseguenza, a effetti indesiderati a livello vascolare, con possibili ricadute anche sul benessere uditivo. Alcuni studi sulle emissioni otoacustiche5  – suoni prodotti naturalmente dall’orecchio interno in risposta a stimoli acustici – hanno evidenziato come le persone con livelli insufficienti di vitamina B12 tendano a mostrare una riduzione della funzionalità della coclea. Queste emissioni rappresentano un indicatore di salute delle cellule uditive, e quando risultano deboli possono segnalare una condizione di stress delle strutture uditive.

Analisi dell’omocisteina: perché è importante

Monitorare i livelli di omocisteina tramite semplici analisi del sangue può rappresentare un passo importante per chi vuole prendersi cura del proprio organismo. Un’analisi dell’omocisteina può infatti aiutare a identificare eventuali livelli elevati di questo amminoacido e suggerire l’adozione di uno stile di vita e di un’alimentazione più orientati alla prevenzione.

La dieta ha un ruolo fondamentale nel mantenere livelli salutari di omocisteina: un’alimentazione equilibrata, ricca di vitamina B12 e folati, insieme a un’eventuale supplementazione, concordata con il proprio medico, possono aiutare a stabilizzare i livelli di omocisteina, contribuendo così anche al benessere uditivo.

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1Capaccio P, Ottaviani F, Cuccarini V, Ambrosetti U, Fagnani E, Bottero A, Cenzuales S, Cesana BM, Pignataro L. Methylenetetrahydrofolate reductase gene mutations as risk factors for sudden hearing loss. Am J Otolaryngol. 2005 Nov-Dec;26(6):383-7. doi: 10.1016/j.amjoto.2005.05.001. PMID: 16275406

2Tinelli C, Di Pino A, Ficulle E, Marcelli S, Feligioni M. Hyperhomocysteinemia as a Risk Factor and Potential Nutraceutical Target for Certain Pathologies. Front Nutr. 2019 Apr 24;6:49. doi: 10.3389/fnut.2019.00049. PMID: 31069230; PMCID: PMC6491750.

3Capaccio P, Ottaviani F, Cuccarini V, Ambrosetti U, Fagnani E, Bottero A, Cenzuales S, Cesana BM, Pignataro L. Methylenetetrahydrofolate reductase gene mutations as risk factors for sudden hearing loss. Am J Otolaryngol. 2005 Nov-Dec;26(6):383-7. doi: 10.1016/j.amjoto.2005.05.001. PMID: 16275406.

4Bendini MG, Lanza GA, Mazza A, Giordano A, Leggio M, Menichini G, et al. Fattori di rischio delle malattie cardiovascolari: esiste ancora un ruolo per l’omocisteina? G Ital Cardiol. (2007) 8:148–60. doi: 10.1714/678.7897

5Karli R, Gül A, Uğur B. Effect of vitamin B12 deficiency on otoacoustic emissions. Acta Otorhinolaryngol Ital. 2013 Aug;33(4):243-7. PMID: 24043911; PMCID: PMC3773962.

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