Omocisteina e diabete: quale correlazione?

L’omocisteina alta e il diabete mellito sono due grandissimi fattori di rischio per lo sviluppo di complicanze microvascolari. Il diabete, assieme alla compresenza di ipertensione o obesità, può portare a delle lesioni dell’endotelio e ad un rapido sviluppo di aterosclerosi, a causa di un aumento del glucosio nel sangue e delle ridotte funzionalità dell’insulina, l’ormone che controlla i livelli di zuccheri nel sangue. Sulla base di questo, la comunità scientifica ha ricercato una correlazione fra elevati livelli di omocisteina plasmatica alta e il diabete. Andando più nel dettaglio, si sono cercate particolari interazioni tra questo aminoacido e le funzionalità dell’insulina, nonostante i risultati non siano ancora sufficienti per stabilire un vero rapporto di causa-effetto. In questo articolo approfondiremo meglio questa complessa dinamica, sottolineando anche gli effetti delle terapie standard per il diabete sui livelli di omocisteina.

Omocisteina alta e diabete

Il diabete (di tipo 1 e di tipo 2) è una problematica caratterizzata da alti livelli di glucosio nel sangue causati da un’alterata funzionalità dell’insulina. Come accennato, in soggetti diabetici è molto alta l’incidenza e la rapida progressione delle complicanze cardiovascolari, un aspetto molto comune anche in presenza di alte concentrazioni di omocisteina nel sangue.

Non tutti gli studi in merito hanno portato a risultati univoci e ciò rende l’associazione tra iperomocisteinemia e diabete non ancora del tutto chiara. I livelli di omocisteina, in alcuni studi[1], cambiavano a seconda della tipologia di diabete (di tipo 1 o 2) e aumentavano in presenza di problematiche alle funzionalità dei reni. Queste indagini spiegano che si verifica una ridotta capacità dei reni di espellere l’omocisteina plasmatica in eccesso, e dunque si è in presenza di un’alterazione della velocità di filtrazione glomerulare. ovvero della quantità di sangue che glomeruli dei reni sono in grado di filtrare; in questo caso, una minore funzionalità renale non riesce a ridurre l’accumulo di omocisteina. Altre indagini cliniche hanno rilevato un’elevata prevalenza di iperomocisteinemia in pazienti con diabete mellito tipo 2 e problematiche vascolari.[2] Questa informazione ha portato i ricercatori a considerare il ruolo dell’omocisteina alta come fattore di rischio per il peggioramento delle condizioni di diabete.

[1] Giuseppina T. RUSSO e Domenico CUCINOTTA, Iperomocisteinemia e rischio cardiovascolare nel diabete mellito, Ann Ist Super Sanità 2003;39(2):153-163

[2] Effetti dell’insulina sui livelli di omocisteina plasmatica in pazienti con diabete mellito tipo ii con e senza intolleranza alla metionina / Ventura, Paolo; Panini, Rossana; M. C., Rosa; G., Salvioli. (2003), pp. 27-28. (Intervento presentato al convegno Ricerca e sviluppo della Medicina Interna tenutosi a Modena nel 23 settembre 2003).

Omocisteina, insulina e controllo della glicemia

Secondo studi autorevoli, tra cui uno condotto in vivo su modelli animali,[3] alla base dei processi metabolici che portano ad un eccesso di insulina e al diabete, esiste una correlazione molto importante fra livelli di glucosio, resistenza all’insulina e omocisteina.

I risultati dello studio in vivo suggeriscono che alti livelli di omocisteina possono essere causa di una resistenza all’insulina e, quindi, rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo di diabete di tipo 2.

Altre indagini in merito hanno riscontrato, ad esempio, che alti livelli insulina nel diabete di tipo 1 sono associati a bassi livelli di omocisteina, una relazione che non è stata notata, invece, nei diabetici di tipo 2.[4]

Infine, diversi studi evidenziano l’omocisteina alta come fattore di rischio in soggetti con diabete e registra la necessità di una supplementazione di acido folico e vitamine del gruppo B per sopperire all’abbassamento di questi componenti in caso di comuni trattamenti per il diabete.

[2] Effetti dell’insulina sui livelli di omocisteina plasmatica in pazienti con diabete mellito tipo ii con e senza intolleranza alla metionina / Ventura, Paolo; Panini, Rossana; M. C., Rosa; G., Salvioli. (2003), pp. 27-28. (Intervento presentato al convegno Ricerca e sviluppo della Medicina Interna tenutosi a Modena nel 23 settembre 2003).

[3] Jamal Golbahar a b, Mohammad Amin Aminzadeh c, Salah Eddin Kassab d, Golamhossein Rangbar Omrani c, Hyperhomocysteinemia induces insulin resistance in male Sprague–Dawley rats, Diabetes Research and Clinical Practice, Volume 76, Issue 1, April 2007, Pages 1-5

[4] Caterina Tinelli, Antonella Di Pino, Elena Ficulle, Serena Marcelli, Marco Feligioni,  Hyperhomocysteinemia as a Risk Factor and Potential Nutraceutical Target for Certain Pathologies, Frontiers in Nutrition


Fonti:

  • Caterina Tinelli, Antonella Di Pino, Elena Ficulle, Serena Marcelli, Marco Feligioni,  Hyperhomocysteinemia as a Risk Factor and Potential Nutraceutical Target for Certain Pathologies, Frontiers in Nutrition
  • Qianying Zhang, Sheyu Li, Ling Li, Qianrui Li,  Kaiyun Ren, Xin Sun, Jianwei Li, Metformin Treatment and Homocysteine: A Systematic Review and Meta-Analysis of Randomized Controlled Trials, Nutrients, December 2016
  • Jamal Golbahar a b, Mohammad Amin Aminzadeh c, Salah Eddin Kassab d, Golamhossein Rangbar Omrani c, Hyperhomocysteinemia induces insulin resistance in male Sprague–Dawley rats, Diabetes Research and Clinical Practice
  • Xiaofeng Li, Zhuofan Fang, Xin Yang, Huijuan Pan, Chunfang Zhang, Xiaoling Li, Yan Bai, Fang Wang, The effect of metformin on homocysteine levels in patients with polycystic ovary syndrome: A systematic review and meta-analysis, J. Obstet. Gynaecol. Res. Vol. 47, No. 5: 1804–1816, May 2021

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