Tra le malattie più diffuse in Europa l’ipertensione arteriosa si riscontra nel 20% della popolazione, percentuale che, secondo le previsioni, aumenterà al 29,2% entro il 2025.
Il dato è allarmante in quanto la malattia ipertensiva rappresenta il più rilevante fattore di rischio per: infarto miocardico e cerebrale (ictus), scompenso cardiaco, insufficienza renale cronica e fibrillazione atriale.
Una pressione arteriosa non ottimale è ritenuta responsabile di 7.6 milioni (dato globale) di morti premature all’anno con una perdita di 92 milioni di DALY (disability-adjusted life-years – numero di anni persi a causa della malattia, per disabilità o per morte prematura).
Per questi motivi è fondamentale sottoporsi ad un controllo medico periodico e seguire uno stile di vita sano che ne scongiuri l’insorgenza. L’ipertensione arteriosa ha origini multifattoriali: genetiche, ambientali, comportamentali ed anche sociali, ma l’obesità è uno dei più comuni ed importanti fattori di rischio per il suo sviluppo.
La pressione arteriosa
La pressione arteriosa (PA) è la forza che il sangue esercita contro le pareti dei vasi sanguigni, a seguito dell’azione di pompa svolta dal cuore.
Il suo valore dipende da vari fattori come la forza di contrazione del cuore, la gittata sistolica (la quantità di sangue in uscita dal cuore a ogni contrazione ventricolare), il numero di battiti cardiaci al minuto (frequenza cardiaca), il volume totale di sangue circolante (volemia), lo stato di costrizione dei piccoli vasi arteriosi, e l’elasticità dell’aorta e delle grandi arterie.
La pressione sanguigna si misura in stato di riposo ed è definita da due valori: quello di pressione sistolica o “massima”, che è la pressione arteriosa di quando il cuore si contrae, e di pressione diastolica o “minima” che è la pressione arteriosa di quando il cuore è in fase di rilassamento.
In base a questi due valori possiamo classificare la pressione arteriosa come segue:
PA sistolica (mmHg) | PA diastolica (mmHg) | |
---|---|---|
Ottimale | <120 | <80 |
Normale | ≥120≤129 | ≥80≤84 |
Normale-alta | ≥130≤139 | ≥85≤90 |
Ipertensione di grado I | ≥140≤159 | ≥90≤99 |
Ipertensione di grado II | ≥160≤179 | ≥100≤109 |
Ipertensione di grado III | >180 | >110 |
Ipertensione sistolica | >140 | <90 |
Modificato da Mancia G. et al. Eur Heart J 2013; 34:2159-219
Valori pressori sistolici superiori ai 140 mmHg sono indice di una condizione di ipertensione, ossia un’elevata pressione del sangue nelle arterie, che è determinata dalla quantità di sangue che viene pompata dal cuore e dalla resistenza delle arterie al flusso del sangue.
L’ipertensione arteriosa non è una vera e propria malattia, ma viene considerata un fattore di rischio cardiovascolare, ovvero una condizione che aumenta la probabilità che si verifichino altre malattie come infarto e ictus.
Molti la definiscono anche “killer silenzioso” in quanto in fase iniziale ed entro certi valori è asintomatica, ma molto dannosa per il sistema circolatorio.
Il nostro organismo, infatti, si abitua all’aumento progressivo dei valori pressori e poiché i sintomi che possono comparire sono aspecifici (mal di testa, vertigini, acufeni, epistassi, alterazione della vista), il paziente spesso non si accorge di avere la pressione alta.
Studi recenti hanno dimostrato che il mantenimento di normali livelli di PA riduce l’incidenza di complicazioni cardiovascolari, sia nella popolazione ipertesa che nei soggetti i cui valori pressori sono solo lievemente elevati rispetto al range ottimale. Questo suggerisce l’importanza di migliorare il controllo della PA nell’intera popolazione.
Studi recenti hanno dimostrato che il mantenimento di normali livelli di PA riduce l’incidenza di complicazioni cardiovascolari, sia nella popolazione ipertesa che nei soggetti i cui valori pressori sono solo lievemente elevati rispetto al range ottimale. Questo suggerisce l’importanza di migliorare il controllo della PA nell’intera popolazione.
Studi recenti hanno dimostrato che il mantenimento di normali livelli di PA riduce l’incidenza di complicazioni cardiovascolari, sia nella popolazione ipertesa che nei soggetti i cui valori pressori sono solo lievemente elevati rispetto al range ottimale. Questo suggerisce l’importanza di migliorare il controllo della PA nell’intera popolazione.
Nella maggior parte dei casi sono le persone anziane che soffrono di ipertensione sistolica come conseguenza delle modifiche anatomiche e fisiologiche che avvengono nell’organismo per effetto dell’invecchiamento. Le forme di ipertensione diastolica isolata invece, sono più frequenti nei giovani.
Alimentazione e stile di vita
Una dieta salutare è essenziale per ridurre il rischio di ipertensione e, in conseguenza, di patologie a carico dell’apparato cardiocircolatorio.
Ecco alcuni consigli!
Innanzi tutto, va limitato l’utilizzo di sale: ridurre il consumo quotidiano di sale di circa 5 grammi al giorno può abbassare la pressione di circa 5 mmHg. Di fatto, la quantità di sale contenuta naturalmente negli alimenti è già in quantità sufficiente per soddisfare le necessità del nostro organismo. Per insaporire i cibi, si consiglia per quanto possibile, l’utilizzo di spezie.
Consumare molta frutta e verdure che sono naturalmente ricche di potassio, sostanza che aiuta a tenere la pressione bassa.
Prediligere cereali integrali, latticini a basso contenuto di grassi, le carni bianche alle rosse; aumentare il consumo di pesce, limitare i grassi saturi (quelli di origine animale) e a favore di quelli insaturi come gli oli vegetali, rappresenta una ulteriore “cura” per la salute cardiovascolare.
Quanto più possibile preparate i pasti a casa e se è proprio necessario consumare i pasti fuori, è consigliato prediligere le opzioni salutari.
Impariamo a leggere le etichette degli alimenti per evitare quelli ad alto contenuto di grassi saturi e zuccheri che possono favorire l’ipercolesterolemia e quelli ad alto contenuto di sodio che fanno aumentare la pressione sanguigna.
La corretta alimentazione e un buon grado di attività fisica sono fondamentali anche per tenere sotto controllo il nostro peso; si è stimato che almeno il 75% dell’ipertensione arteriosa essenziale sia causata principalmente dall’obesità, specie se viscerale, quando interagisce con la predisposizione genetica.
Ridurre o ancor meglio evitare il consumo di alcool e caffè è fondamentale per un buon controllo pressorio.
Ricordiamoci infine che rabbia, stress, ansia, paura o stati eccitatori prolungati fanno aumentare la pressione.
Fonti:
- Pharmanutrition functional food 2016, Dott. Alessandro Coletti, Nutraceutici e controllo della pressione arteriosa: esiste una evidence-base medicine? Risultati di trials clinici e meta-analisi).
- Cuore.iss.it/prevenzione/ipertensione
- Mancia G. et al. 2013 ESH/ESC guidelines for the management of arterial hypertension: the Task Force for the Management of Arterial Hypertension of the European Society of Hypertension (ESH) and of the European Society of Cardiology (ESC). Eur Heart J. 2013 Jul;34(28):2159-219.